Essenziale è partire dal concetto di ruralità: quando si parla di ruralità o zona rurale s’intende spazi geografici, culturali e sociali del mondo contadino, che si pongono in antitesi con l’urbanizzazione. Questi territori, siano di montagna, collina o come nel nostro caso pianura, sono caratterizzati da economie agricole: coltivazioni, allevamento e forestazione. Nella lingua italiana contemporanea rurale è diventato un sinonimo per agricolo, di campagna o in accezione negativa territorio marginale, zona depressa.
Questo perché? La motivazione è abbastanza semplice: la popolazione urbana nel mondo ha superato il numero della popolazione rurale. Partendo da questo dato, che è un dato di fatto, si può capire come la prima edizione del Festival della Ruralità ’23, che si è tenuta il 16 e 17 settembre, è stata essenziale per un tentativo germinale di mantenimento della nostra identità rurale, visto che il territorio di cui fa parte Muzzana è ancora profondamente legato a questa identità geograficamente, culturalmente e socialmente.
Il programma si è diviso in due parti e in due giornate distinte: quella di sabato 16 settembre dedicata alle identità rurali, con appuntamenti di successo (gare di cuccagna e calcetto, mostra, presentazioni di libri, musica dal vivo e dj set) volti alla salvaguardia dell’eredità culturale e delle tradizioni locali attraverso collaborazioni tra le generazioni. Una giornata di riflessione per la comunità, volta a far conoscere e riscoprire determinate dinamiche storico culturali e tradizionali.
Per fare questo, in rispetto agli obiettivi di Orus A.p.s., la festa ha avuto come fulcro l’aggregazione comunitaria, non come contorno ma come parte pulsante dell’iniziativa, in dialogo tra generazioni diverse. La giornata di domenica 17 settembre è invece stata dedicata ai Beni Comuni, ovvero i beni accessibili ad una specifica comunità: proprietà collettiva e uso civico. Una giornata esperienziale, votata alla scoperta del territorio con una mattinata meditativa, pranzo di comunità, laboratori, giochi e spettacoli come Orbi di Muzzana 2 (seguito del primo spettacolo degli Orbi di Muzzana sempre a cura di TNF – Teatri Nazional Furlan).
La mattina di domenica 17 settembre 2023 si è tenuto anche, presso Villa Muciana, il nostro Seminario sulla ruralità, un momento speciale, di condivisione vitale, di studi e politica, di ragionamenti trasversali sul mondo che ci circonda. Come associazione ci teniamo a ringraziare tutti gli ospiti che hanno contribuito al seminario, senza i quali non ci sarebbe mai stato. Per saperne di più vi rimandiamo al post dedicato agli ospiti sul nostro profilo Instagram Orus Community.
La mostra accennata ha come titolo Storia degli Usi Civici di Muzzana, è un percorso storico/identitario che parte dal 1304 fino ad arrivare al 1879, frutto degli studi e della catalogazione di Renzo Casasola. Questa proposta culturale è volta alla conservazione e salvaguardia della storia di Muzzana del Turgnano, che come tante altre storie rischia di essere perduta o relegata negli archivi, nei libri.
Il portare alla luce pubblicamente una cronistoria significativa come quella degli Usi Civici di Muzzana permette a noi comunità di prendere contatto con i territori in cui viviamo, rendendoci partecipi non soltanto del passato ma anche e soprattutto del presente, un presente di grandi cambiamenti e sfide sociali. Sfide, che seppur diverse e in diverso modo, hanno dovuto affrontare anche i nostri antenati: perseguitati da cessioni, cambiamenti territoriali, nuovi e vecchi padroni, carestie, pandemie come la peste (il parallelismo più recente è ovviamente quello con la pandemia da Covid-19).
Per le presentazioni dei libri gli autori che abbiamo coinvolto sono Stefano Montello (L’albero capovolto, ed.Bottega Errante 2016) e Giuliano Citti (All’ombra del Matajur, ed.Kappavu), che hanno condiviso una presentazione a due in contemporanea, in dialogo tra i macrotemi della ruralità (gestione sostenibile del territorio, salvaguardia dell’ambiente, cultura, memoria e tradizioni).
Stefano Montello con il tema della fattoria sociale: realtà frutto di esperienze che nascono sul territorio, diversificate ma unite dalla capacità di valorizzare le risorse agricole ai fini dell’inclusione e della coesione sociale.
Giuliano Citti, fresco vincitore del premio Settembrini 2023, con il tema della memoria come eredità, tramite testimonianze di persone forgiate da una vita di fatica e privazione, gli abitanti delle Valli del Natisone, arroccati in borghi sperduti e di difficile accesso, dove hanno saputo mantenere per secoli la loro indipendenza nella lingua e nei costumi.
Due autori con due storie diverse, anche geograficamente, ma accomunati dalla conoscenza della ruralità. La diversità è apertura, per questo si è optato per due autori provenienti da due aree diverse, dal cuore ai confini della nostra regione, e speriamo pure oltre.
Un programma culturale pensato dalla comunità per la comunità, inclusivo, per riflettere insieme sul mondo che ci aspetta, così da poter cambiare rotta attraverso la conoscenza della nostra storia e del nostro territorio rurale. Grazie a tutti i partecipanti, aiutanti, compagne e compagni di questa prima edizione. Ci vediamo nel 2024 con la prossima edizione!
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